La produzione di rifiuti urbani diminuisce in tutte le macro aree: il Nord fa registrare il calo percentuale più consistente (-2,2%), seguono il Centro e il Sud (-1,5% per entrambe). La produzione pro capite si attesta, nel 2022, a 494 chilogrammi per abitante, facendo registrare una variazione percentuale negativa dell’1,6%, rispetto al 2021. La situazione vede: il Centro con 532 chilogrammi per abitante, mentre il valore medio del nord Italia si attesta a 506 chilogrammi per abitante; il dato del Sud è invece pari a 454 chilogrammi per abitante.
Ad eccezione della Valle d’Aosta, la cui produzione è in lieve aumento, tutte le regioni italiane hanno fatto rilevare un calo dei rifiuti prodotti. In particolare, tra le regioni settentrionali, le maggiori contrazioni si osservano per il Trentino-Alto Adige (-3,7%), la Lombardia (-3,3%) e il Veneto (-2,5%); al Centro, per le Marche (-2,7%) e la Toscana (-2,1%) e al Sud per il Molise (-3,2%), la Calabria e la Sardegna (-2,5% per entrambe) e la Puglia (-1,9%).
Tutte le province o città metropolitane raggiungono percentuali di raccolta differenziata superiore al 30%. Nel 2022, la percentuale di raccolta differenziata è pari al 65,2% della produzione nazionale, con una crescita di 1,2 punti rispetto al 2021. In termini quantitativi, la raccolta si mantiene pressoché invariata (-0,1%, quasi 23 mila tonnellate in meno rispetto al 2021) attestandosi a 18,9 milioni di tonnellate. Il 94% delle province (101 province su 107 a fronte delle 97 del 2021) ha raccolto in modo differenziato almeno la metà dei rifiuti urbani prodotti sul proprio territorio. Quasi il 69% dei Comuni ha conseguito nel 2022 una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%.
Complessivamente, nell’ultimo anno, l’87% dei Comuni intercetta oltre la metà dei propri rifiuti urbani in modo differenziato (la percentuale era dell’85% nel 2021). Roma, in leggera crescita rispetto al 2021, si attesta al 45,9%, mentre Genova, Napoli e Bari raggiungono o superano di poco il 40%, rispettivamente, 42,8%, 40,4% e 40%.
I rifiuti avviati ad impianti che effettuano il recupero di materia rappresentano più del 50% del totale dei rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata: circa il 23% è destinato agli impianti che recuperano la frazione organica da RD (umido + verde) e circa il 29% agli impianti di recupero delle altre frazioni merceologiche. Il 18% viene smaltito in discarica e la stessa percentuale è avviata a incenerimento. La frazione organica rappresenta il 41% dei rifiuti riciclati, la carta e cartone il 24,9%, il vetro il 14,4%, il legno il 6,4% e la plastica il 5,4% (5,5% nel 2021 e 4,6% nel 2020). Permane un’ampia forbice tra la percentuale di raccolta differenziata e i tassi di riciclaggio, anche se nell’ultimo anno in modo meno evidente, a riprova del fatto che la raccolta, pur rappresentando uno step di primaria importanza, deve necessariamente garantire la produzione di flussi di alta qualità, e deve essere, in ogni caso, accompagnata dalla disponibilità di un adeguato sistema impiantistico di gestione. I quantitativi di rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica ammontano a circa 5,2 milioni di tonnellate, pari al 17,8% del quantitativo dei rifiuti urbani prodotti a livello nazionale (circa 29,1 milioni di tonnellate).
Nel 2022, il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani è pari a 192,3 euro/abitante (nel 2021 era 194,5) in diminuzione di 2,2 euro/abitante. Al Centro il costo più elevato 228,3 euro/abitante, segue il Sud con 202,3 euro/abitante e infine il Nord con un costo pari a 170,3 euro/abitante. Tra le città che presentano il maggior costo si segnalano Venezia con 404,4 euro/abitante, Cagliari con 296 euro/abitante e Perugia con 286 euro/abitante. I costi minori si rilevano per Campobasso, 166,5 euro/abitante, Trento, 172,3 euro/abitante e Catanzaro con 174,4 euro/abitante. Per la città di Roma si è riscontrato un costo di 270,4 euro/abitante.
L’analisi effettuata sul sistema di tariffazione puntuale di un campione di 1.072 Comuni, con una popolazione di circa 7,7 milioni di abitanti, ha confermato anche per il 2022 quanto rilevato nelle precedenti indagini sul “Pay-As-You-Throw”, riscontrando che il costo totale medio pro-capite è per questi Comuni inferiore rispetto a quelli che applicano la TARI normalizzata. Il dato medio rilevato sul campione si attesta a 167,5 euro/abitante per anno.