Il MER prevede interventi per il ripristino e la protezione dei fondali e degli habitat marini, il rafforzamento del sistema nazionale di osservazione degli ecosistemi marini e costieri e la mappatura degli habitat costieri e marini di interesse conservazionistico nelle acque italiane con l’acquisizione di una nuova unità navale oceanografica, dotata di apparecchiature altamente tecnologiche in grado di sondare i fondali fino a 4000 m e strumentazione acustica ad altissima risoluzione.
La Strategia Europea per la Biodiversità richiede entro il 2030 di proteggere il 30% dei mari europei e il 10% in modo rigoroso in ciascun Paese UE, ma il progetto va oltre gli obiettivi di tutela e protezione: propone infatti di invertire il degrado degli ecosistemi mediante interventi di ripristino che fanno uso di protocolli consolidati, ma su una scala spaziale molto vasta mai tentata prima.
Gli interventi di ripristino riguarderanno i letti ad ostriche nell’Adriatico, le praterie a Posidonia Oceanica, o altre fanerogame marine, il coralligeno e le foreste a Cystoseira.
I dati ISPRA mostrano che l’86,5 % dei rifiuti in mare è legato alle attività di pesca e il 94% di questi sono reti abbandonate. Il progetto MER prevede l’individuazione ed il ripristino di almeno 15 aree dove sono presenti attrezzi da pesca e/o di acquacoltura abbandonati, preservando la fauna e flora locali.