Como, Impruneta e Marano di Valpolicella si aggiudicano la prima edizione del concorso ISPRA e conquistano il titolo di “Comune Risparmia suolo” del 2022.
Il suolo consumato pro-capite aumenta in Italia nel 2021 di 3,46 m2/ab, passando dai circa 349 m2/ab del 2012 ai circa 363 m2/ab di oggi. Tra il 2006 e il 2021 l’Italia ha perso 1.153 km2 di suolo, con una media di 77 km2 all’anno. Le cause? L’espansione urbana e le sue trasformazioni collaterali che, rendendo il suolo impermeabile, oltre all’aumento degli allagamenti e delle ondate di calore, provoca la perdita di aree verdi, di biodiversità e dei servizi ecosistemici, con un danno economico stimato in quasi 8 miliardi di euro l’anno.
È la Valle d’Aosta la Regione con il consumo inferiore. I valori percentuali più elevati si collocano anche quest’anno in Lombardia (12,12%), Veneto (11,90%) e Campania (10,49%). Tra i Comuni, è Roma a consumare più suolo, perdendo in 12 mesi altri 95 ettari.
Il Veneto è la regione che ha la maggior superficie di edifici rispetto al numero di abitanti (147 m2/ab), seguita da Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Piemonte, tutte con valori superiori ai 110 m2/ab. I valori più bassi si registrano invece nel Lazio, in Liguria e Campania.
Sono 323 ettari che nel 2021 in particolare nel Nord-Est (105 ettari) e nel Nord-Ovest (89 ettari) sono stati utilizzati per la costruzione di nuovi poli logistici rilevati anche in aree a pericolosità idrogeologica elevata.
Sono ancora poche le nuove istallazioni a terra individuate nel 2021 (70 ettari), ma gli scenari futuri prevedono un aumento nei prossimi anni stimato in oltre 50 mila ettari, circa 8 volte il consumo di suolo annuale. Oggi oltre 17 mila ettari sono occupati da questo tipo di impianti, in particolare in Puglia (6.123 ettari, circa il 35% di tutti gli impianti nazionali), in Emilia-Romagna (1.872) e nel Lazio (1.483).
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